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Il pacchetto sicurezza approvato in Senato contiene norme
sull'immigrazione dal chiaro significato: maggior controllo e maggiore
severità. Al di là delle considerazioni etiche sul diritto speciale riservato
agli stranieri, sono provvedimenti del tutto inefficaci. Non ci sono né le
risorse, né le forze per espellere davvero gli irregolari, che in gran parte
sono donne occupate nelle famiglie italiane. Dovremmo invece seguire l'esempio
di altri paesi occidentali, dove gli inasprimenti legislativi sono
accompagnati da misure a favore dell'integrazione. Del pacchetto sicurezza approvato
nei giorni scorsi dal Senato, fanno discutere in modo particolare le
norme relative agli immigrati: una serie di modifiche normative, che
spaziano dalla definizione dell’immigrazione irregolare
come reato alla verifica dell’idoneità abitativa degli alloggi, dal
permesso di soggiorno a punti all’inasprimento della tassazione sui
permessi di soggiorno, fino alla norma più controversa, quella della
facoltà di denuncia degli immigrati senza documenti che si presentano ai
servizi sanitari pubblici. IL REATO DI IMMIGRAZIONE Cominciamo dalla definizione dell’immigrazione come
reato, non più punito con il carcere, ma con un’ammenda,
comminata dal giudice di pace. A costo di ripetere una constatazione già
espressa su questo foglio, i posti disponibili nei centri di
identificazione ed espulsione (Cie) sono circa 1.160 in tutta Italia. Se
aggiungiamo i 4.169 dei centri di prima accoglienza, pure destinati a
ospitare gli immigrati irregolari, arriviamo a poco più di 5.300. Gli
immigrati espulsi, fino all’ottobre 2008, sono stati in tutto 6.500,
mentre gli irregolari circolanti sul territorio nazionale sono, stando
alle auto-denunce dell’ultimo decreto flussi, almeno 740mila. La
sproporzione è evidente, così come la natura retorica della
misura. Difficile credere che qualcuno pagherà mai l’ammenda. Non ci
sono né le risorse, né le forze per espellere davvero gli irregolari,
che per la maggior parte sono donne occupate nelle famiglie italiane.
Del resto, la grande maggioranza degli immigrati oggi regolari, sono
stati nel passato irregolari, due su tre in Lombardia: le categorie sono
molto più fluide di quanto si pretende. In realtà, l’immigrazione
irregolare, in Italia come negli Stati Uniti e in molti altri paesi, è
vituperata a parole e tollerata nei fatti, anche perché funzionale a
molti interessi. LA SALUTE DELLO STRANIERO Quanto alla norma più discussa, quella sulla
sanità, molti hanno già osservato che se gli irregolari non si
curano, ne scapita l’igiene pubblica e quindi la salute di tutti, perché
malattie come la Tbc o l’Aids potrebbero propagarsi più facilmente.
Molti medici si sono già dichiarati contrari, varie associazioni hanno
chiamato alla disobbedienza. Ma c’è un altro elemento, molto prosaico,
da tenere presente: che succede se un immigrato dichiara di non avere i
documenti? Ammettiamo che parta una denuncia: in un qualche
commissariato arriverà una segnalazione secondo cui una persona
sconosciuta, presumibilmente straniera, si è presentata al pronto
soccorso per farsi medicare. Se anche partisse una volante, il ferito
sarebbe già lontano. Solo in caso di ricovero, e ipotizzando una
notevole efficienza delle istituzioni preposte all’ordine pubblico, la
disponibilità di posti nei Cie, le risorse per il rimpatrio e
quant’altro, si potrà immaginare un qualche effetto. Che sarà comunque
molto modesto, costoso e pagato con una minor tutela della salute
pubblica. SOLDI, ROM E PERMESSI A PUNTI Un terzo esempio: non si potrà più trasferire denaro
verso l’estero se non si è in possesso di permesso di soggiorno.
L’effetto sarà soltanto quello di favorire lo sviluppo di un mercato di
intermediari, provvisti di regolari documenti, che
effettueranno l’operazione al posto di chi non potrà più farla
personalmente, in genere soprattutto madri che mandano denaro ai figli
lontani. Vorrei richiamare un precedente: il prelievo delle
impronte digitali degli immigrati disposto, tra roventi
polemiche, in seguito alla legge Bossi-Fini. Una volta effettuata
qualche azione dimostrativa, non se ne è più saputo nulla.
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