Nato a Milano nel 1907, diventa ben presto cittadino del mondo. Infatti, questo distinto signore, molto apprezzato per le sue molteplici attività artistiche (il primo designer italiano, pittore, scrittore, creatore di libri per l'infanzia, direttore di collane, insegnante di design negli USA, alla Harvard University, premiato alla Japan Design Foundation "per l'intenso valore umano del suo design", premio Compasso d'oro, premio Lego, premio Andersen come migliore autore per l'infanzia, laurea ad honorem in architettura a Genova) questo distinto signore, dicevo, è più conosciuto all'estero che in patria.
Come mai? Forse perché non è mai stato affetto da protagonismo. Inoltre non si è mai identificato con qualche corrente artistica particolare, perché l'appartenenza a un gruppo sottintende il rifiuto di altri gruppi, la negazione di altre scuole, il rischio di arruginire, di essere "etichettato"...
Secondo Munari, "tutti quelli che hanno la stessa apertura visiva e vedono il mondo nello stesso modo non hanno osservazioni diverse da comunicarsi. Solo chi ha un'apertura visiva diversa vede il mondo in un altro modo e può dare al prossimo un'informazione tale da allargargli il suo campo visivo".
A mio parere, la caratteristica che contraddistingue maggiormente Munari è di essere osservatore come un bambino, curioso di scoprire ininterrottamente gli aspetti molteplici della realtà che ci circonda, evidenziarne perfino gli aspetti invisibili, cioè non immediatamente percettibili a chi indossa i paraocchi dei pregiudizi, della retorica, della routine e delle convenzioni.
"Conservare l'infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di sapere, il piacere di capire, la voglia di comunicare". Queste parole di Munari riassumono la sua esistenza, la sua filosofia, la sua arte multiforme. Fin dai primi anni della sua attività artistica Munari si rende conto che, diventando adulti, gli uomini privilegiano il senso della vista a discapito degli altri sensi percettivi. Ecco allora che con poesia, ironia e fantasia crea oggetti che stimolano i sensi perduti (compreso il buon senso e il senso dell'umorismo, oserei aggiungere).
Constata che "le macchine sono noiose con il loro ritmo uniforme costante. con opportuni accorgimenti si possono costruire macchine il cui rumore ricorda il cinguettio degli uccelli". Crea la "Tavola tattile per i non vedenti", i "Libri illeggibili", cioè libri per i bambini che ancora non sanno leggere ma che saranno invogliati a sfogliare queste opere in cui ogni pagina è una sorpresa: colori diversi, materiali vari, forme sorprendenti, disegni curiosi; arricchisce di nuovi significati gli oggetti quotidiani: le forchette, piegate ad arte diventano "Forchette parlanti o animate"; inventa macchine fini a se stesse: le "Macchine inutili", smitizza l'importanza dei robot da cui siamo circondati: viene inventato il televisore a colori? E Munari inventa gli occhiali per vedere in bianco e nero la TV a colori!
E' stata inventata la fotocopiatrice, il cui preciso ruolo è l'inevitabile, inarrestabile, impeccabile riproduzione stereotipa dei documenti affidati? E Munari, fratello di Asimov, fa uscire dallo schema tradizionale il marchingegno. Crea le Xerografie originali: dimostra cioè che un testo qualsiasi fatto muovere durante il funzionamento della fotocopiatrice verrà riprodotto in modo unico e irripetibile...
Col passare del tempo, Munari è sempre più attratto dal mondo infantile. Finirà per mettere a punto un metodo didattico applicato ormai in quasi tutto il mondo: da Tokyo a Parigi, da New York a Gerusalemme, da San Sebastian a Ginevra e, naturalmente anche in Italia, a Prato, Faenza e Milano. "Non dire cosa fare, ma come fare": queste parole illustrano il suo metodo didattico del "laboratorio-liberatorio" realizzato per sviluppare la creatività artistica infantile. Ma, così facendo, Munari non solo si occupa dei nostri figli ma rintraccia anche il bambino che è in noi, sperduto nel labirinto di una vita che non sempre sappiamo prendere in mano. Munari è il mago buono.
Tutto quello che tocca non diventa oro - sarebbe monotono - ma diventa vita, vita come sinonimo di piacere. Le sue osservazioni, le sue invenzioni, le sue storie non sono mai fini a se stesse. Ci fa capire che uno dei modi per intristire la vita è adagiarsi nella routine, nella pigrizia mentale, cioè attaccarsi a stereotipi, nascondersi dietro pregiudizi mentre talvolta basta uno sforzo minimo, faticoso come un sorriso, per arricchire la nostro vita. Secondo Munari, "una spiegazione molto esauriente annullerebbe la funzione dell'oggetto creato invece per stimolare la fantasia".
Mi sembra che egli affronti la vita allo stesso modo: una spiegazione molto esauriente della vita annullerebbe la sua funzione... Sappiamo che non vi è risposta umana a domande inumane ma per vivere meglio cerchiamo di mantenere, come ha fatto lui, la "curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare".
Chantal Rossati
"All'improvviso, senza essere stato avvisato da alcuno, mi ritrovai completamente nudo, in piena città di Milano, la mattina del 24 ottobre 1907. Mio padre aveva contatti con le più alte personalità della città, essendo cameriere al Gambrinus. Mia madre si dava delle arie ricamando ventagli." Dopo una formazione da autodidatta, le prime esperienze artistiche di Munari sono con il movimento futurista: "Ero a Milano da un anno e, per caso, conobbi il commesso di una libreria antiquaria. Mi chiese se mi interessavano le macchine. Alla mia risposta affermativa, suggerì: Allora perché non si associa ai futuristi? Fu lui stesso a presentarmi a Marinetti". Ma già nel 1930 Munari segue un'altra strada, inventando le Macchine Inutili, "forme sospese nello spazio che, sotto l'azione casuale dell'aria, si combinano in tante maniere diverse... Nessuna galleria d'arte le voleva esporre, mi dicevano: ma che roba è? non è pittura, non è scultura, si appendono al soffitto come lampadari..."
Si occupa di pubblicità, di grafica, di teatro, comincia a collaborare con le industrie. Nel 1945 progetta l'Ora X:"al posto delle lancette due semidischi, uno rosso, uno giallo, trasparenti, si muovevano sul quadrante e formavano altre combinazioni di colori sovrapponendosi al semidisco rosso dei secondi. Non vedevo l'ora di farne un multiplo". Nel frattempo scrive i primi libri per bambini, ristampati ancor oggi, e i Libri Illeggibili, per bambini che non sanno leggere, inventa le Scritture Illeggibili di Popoli Sconosciuti, lavora ai Messaggi Tattili, "messaggi lineari fatti con fili, corde, materiali diversi al tatto. Facendoli passare nelle mani come un rosario si incontrano sensazioni diverse".
Nel 1947, insieme a Soldati, Dorfles, Monet, fonda il Movimento Arte Concreta, il MAC: "Uscite dallo studio e guardate le strade, quanti colori stonati, quante vetrine potrebbero essere più belle, quante insegne di cattivo gusto, quante forme plastiche sbagliate... Perché non intervenire? Perché non contribuire a migliorare l'aspetto estetico del mondo nel quale viviamo assieme al pubblico che non ci capisce e non sa che farsene della nostra arte? Pensate quanto ci sarebbe da fare, quanti oggetti, quante cose aspettano l'intervento dell'artista..." Continua a produrre opere ironiche, come le Pitture Negative-Positive e le Aritmie Meccaniche, per cui "con opportuni accorgimenti si possono costruire macchine il cui rumore ricorda il cinguettio degli uccelli"; ma sperimenta anche tecniche nuove, come la luce polarizzata, si confronta con la progettazione delle fontane e dei giochi d'acqua, rende l'arte tascabile, con le Sculture da Viaggio: "Uno si porta nella valigia il ritratto dei famigliari, la sveglia, la biancheria di ricambio, le medicine personali e, perché no, una piccola ma perfetta scultura da viaggio, per personalizzare le anonime camere d'albergo con un oggetto della propria cultura".
Munari si occupa di design e di grafica (sue sono la grafica editoriale Einaudi e molte copertine), ma trova il tempo per le Forchette Parlanti, per i Fossili del Duemila, per le Ricostruzioni Teoriche di Oggetti Immaginari, per le Xerografie Originali, con le quali dimostra che "con uno strumento nuovo, fatto per riprodurre immagini, si possono invece produrre immagini originali". Studia le strutture continue, in cui "elementi semplici modulati, incastrandosi l'uno con l'altro formano strutture complesse. Come in natura la pannocchia o la pigna", effettua ricerche sulla riconoscibilità del viso umano attraverso i Visi degli Antenati, crea la Flexy, "un tetraedro fatto di sei fili d'acciaio che ne disegnano il contorno, lasciato in mano a un bambino, gli fa capire che cos'è la topologia".
Nel 1964 progetta la Lampada di Maglia, "fatta con una maglia bianca a tubo e modellata da cerchi metallici a diverse altezze. Alta circa un metro e sessanta, sta in una scatola alta due centimetri"; nel 1971 inventa l'Abitacolo, "una struttura abitabile, leggera, trasparente, resistente, trasformabile a piacere; un grande giocattolo che è anche letto, libreria, casa, tavolo, per uno o due bambini". Si occupa sempre più di bambini, progettando i giochi didattici di Danese e realizzando i Laboratori al museo, dal 1977 a Brera, poi a Faenza nel 1979, poi in Europa e nel mondo. Continua a esplorare la realtà che lo circonda con curiosità immutata: "Un giorno mia moglie stava pulendo l'insalata: tagliava il gambo vicino al torsolo, e metteva le foglie a bagno; io guardavo i torsi e a un certo punto sono andato a prendere il cuscinetto dei timbri. Rose nell'insalata. Sono corso a comperare una borsa intera di verdura acerba (quella molle non si può schiacciare), e poi cuscinetti di tutti i colori".
Narra un'antica leggenda cinese che un saggio taoista, consigliere dell'imperatore e coltivatore di bonsai, si struggesse di nostalgia nel desiderio di tornare alle sue montagne. L'imperatore continuava pernegargli il permesso di partire, non potendo fare a meno dei suoi consigli e della sua presenza. ò a Un giorno l'imperatore e il suo consigliere si trovavano a contemplare uno dei meravigliosi giardini in miniatura coltivati nelle sale del palazzo, in cui era riprodotto, con rocce e bonsai, un paesaggio montano. "Chissà quali segreti e tesori nascondono queste rocce..." osservò l'imperatore. Il saggio sorrise: "Nulla di più facile a sapersi", rispose. E prima che l'imperatore potesse replicare, cominciò a velocemente a rimpicciolirsi e, con un balzo, entrò nel giardino in miniatura. "Addio!", si sentì gridare con voce allegra. L'imperatore lo fece cercare ovunque, ma di lui nessuna traccia. Giunse infine la notizia che il saggio era stato visto aggirarsi sulle sue amate montagne.
Bruno Munari saltò nel suo giardino in miniatura il 29 settembre 1998.
Premio Compasso d'oro 1954, 1955, 1979
Medaglia d'oro della Triennale di Milano per i libri illeggibili, 1957
Menzione onorevole dell'Accademia delle Scienze di New York, 1974
Premio Andersen 1974 come migliore autore per l'infanzia
Premio grafico Fiera di Bologna per l'infanzia, 1984
Premio Japan Design Foundation 'per l'intenso valore umano del suo design', 1985
Premio Lego 1986 'per il suo eccezionale contributo allo sviluppo della creatività nei bambini'
Premio Spiel Gut di Ulm, 1987
Membro onorario della Harvard University, USA
Premio Accademia dei Lincei 'per l'attività grafica', 1988
Laurea honoris causa in architettura all'Università di Genova, 1989
Socio Onorario dell'Accademia di Brera - Premio Marconi, 1992
Cavaliere Gran Croce, 1994
Compasso d'oro alla carriera, 1995
PENSARE CONFONDE LE IDEE: questo è il titolo di un libro di Bruno Munari - designer, grafico, illustratore, pedagogo. Quanti oggetti e quanti libri ha creato Munari nella sua lunga vita! Obbediente ai suoi insegnamenti, non penserò troppo e mi divertirò a improvvisare un dialogo immaginario fra un Munari scanzonato, come al solito, e un ipotetico interlocutore: tutta una scusa per ricordare, senza ordine cronologico, alcune opere munariane. (I titoli dei libri sono evidenziati in maiuscolo).
E' l'ora X.
M. - TOC TOC...
x - CHI E'? APRI LA PORTA ! Ma questo è Bruno Munari. Come, è venuto senza macchina?
M. - Non sapevo quale scegliere fra tutte le mie MACCHINE INUTILI.
x - Come va? Cosa sta facendo ora?
M. - ARTE COME MESTIERE.
x - Non può essere più preciso?
M. - Nella mia qualità di ARTISTA E DESIGNER scrivo di DESIGN E COMUNICAZIONE VISIVA, NEGATIVI-POSITIVI, SIMULTANEITA' DEGLI OPPOSTI, TEOREMI SULL'ARTE...
x - ??? Sono LIBRI ILLEGGIBILI
M. - Temo che lei confonda coi miei primi libri, i PRELIBRI erano senza parole quindi illeggibili (ora hanno la caratteristica di essere anche introvabili). Poi ho studiato l'ABC, ho realizzato l'ALFABETIERE e ho inventato L'ALFABETO LUCINI per la casa editrice omonima: vecchi amici che di carattere ne hanno, ma mancavano un po' di caratteri.
x - A proposito di grafie è riuscito a decifrare le "scritture illeggibili di popoli sconosciuti"?
M. - Non importa saperle decifrare, basta comprenderne le regole e lasciarsi trasportare da questi DISEGNI ASTRATTI divertenti come le "ricostruzioni teoriche di oggetti immaginari in base a frammenti di residui di origine incerta e di uso dubbio".
x - Per non parlare dei "fossili del Duemila". Questa è LA FAVOLA DELLE FAVOLE, la smetta di fantasticare.
M. - Per farmi perdonare questi miei rompicapo le offro UN FIORE CON AMORE e un invito a cena.
x - Non mi va di mangiar ROSE NELL'INSALATA magari maneggiando le sue FORCETTE PARLANTI che fan boccacce. E lei sarebbe l'ideatore di un metodo educativo per bambini?
M. - Il "laboratorio-liberatorio", sicuro! Serve a sviluppare la creatività. Ma se non accetta l'invito a cena possiamo fare una passeggiata NELLA NEBBIA DI MILANO o sul PIANETA DEGLI ALBERI DI NATALE...
x - Andiamo pure a passeggiare magari col mio BOBI, POVERO BOBI.
M. - Facciamo la caccia al tesoro, andiamo ALLA SCOPERTA DEL CERCHIO, ALLA SCOPERTA DEL PENTAGONO o ALLA SCOPERTA DEL TRIANGOLO...
x - Questa è FANTASIA!
M. - Divertiamoci con fontane e giochi d'acqua oppure impariamo a DISEGNARE IL SOLE e a DISEGNARE UN ALBERO.
x - Con sopra IL MERLO che HA PERSO IL BECCO.
M. - Perché no? DA COSA NASCE COSA. Oh! GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI! A UN MILLIMETRO DA ME c'è L'UOMO DEL CAMION, ascolta il VENDITORE DI ANIMALI mentre racconta STORIE DI TRE UCCELLINI che vivono nei LABORATORI TATTILI. "Shinfu kusé"?
x - Ne racconta davvero di tutti i colori! Come quando parla di CAPPUCCETTO ROSSO VERDE GIALLO BLU E BIANCO.
M. - E' vero che GIGI CERCA IL SUO BERRETTO? Mi pare l'abbia dimenticato nella fotocopiatrice. Voleva fare delle XEROGRAFIE ORIGINALI.
x - Quasi dimenticavo qualcosa anch'io: ho ricevuto SALUTI E BACI (CODICE OVVIO) dal LABORATORIO DI LIDIA URANI A RIO DE JANEIRO dove c'è TANTA GENTE.
M. - Quando partirà in VIAGGIO NELLA FANTASIA non dimentichi di portar con sé qualche "scultura da viaggio" e il SUPPLEMENTO AL DIZIONARIO ITALIANO (io volevo chiamarlo Gesticolario, ma l'editore, sa com'è...). Si fa tardi: accendiamo la luce polarizzata e fa freschino, mettiamo la maglia alla lampada.
x - Scusi, non sta invertendo l'ordine delle cose? Lei, l'inventore della lampada di maglia lunga 1 metro e 60 e che sta in una confezione alta 2 centimetri... Voleva dire accendiamo la lampada di maglia, vero?
M. - Chissà. Dipende come si vedono le cose. Tornando dal Giappone, via Polo, mi sono accorto che l'alba e il tramonto sono la stessa cosa, vista da due punti diversi.
Il tutto è dettagliatamente raccolto nelle FOTOCRONACHE...
Chantal Rossati