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Si innamorò, come
d’altronde aveva sempre fatto, di uno sguardo, di un sorriso, di un pensiero e
soprattutto di un immagine. Gli bastava poco, e forse si illudeva. Una parte di
lui lo teneva lontano da quel sentimento, l’altra spingeva. Non voleva far
prevalere nessuna delle due. Ma era consapevole che la seconda era più forte,
oltre che più dolce. Come in un campo da calcio. Vuoto. Tocco morbido, in una
parabola perfetta, la palla entra in rete e io la guardo, senza volermi
rassegnare allo svantaggio. Non è più grande di me,
ma è come se lo fosse, indipendente, lavora. Io, che non so neanche cucinare un
piatto di spaghetti decente. E’ bella, per me, e questo, lo so bene, mi blocca
un casino. Le parole non dicono quello che vogliamo capire, io sono distante,
BASTAAAA, non c’è ragione per pensare a quello che penso, E INVECEEEE, la
trovo, dal nulla. Come l’ ho sempre trovata, è spesso sono stato un illuso. Vivere
queste sensazioni mi è difficile, non lo sarebbe se non gli dessi importanza,
tutta questa importanza. Come di certo non le da lei e moltissime altre persone.
Come a volte neanche io faccio. Balliamo, abbracciati, chiudiamo gli occhi,
musica, non siamo a tempo ma non è un problema. Il tempo lo possiamo decidere
noi. Lei sa dove andare, io la seguo, e mi porto dietro un amico, un amico di
nome IMBRANATO, che mi segue sempre, dovunque vada. A volte si nasconde, è
vero. Io gli ho parlato, gli ho detto –amico, sei stato importante per me, ma
ora voglio provare a fare a meno di te-. Lui mi ha guardato, un po’ triste, e
mi ha detto –ok, ma se sei in difficoltà, per qualsiasi cosa chiamami…-. E
mi ha salutato. Lo chiamo spesso, fa ancora parte di me. Continuiamo, per un
tempo che a me sembra non finire mai, la difficoltà si trasforma in piacere, mi
prendo un po’ per il culo, ride, per fortuna. Penso che va bene così, ho
allontanato due persone dicendole quello che provavo. L’amicizia è una gran
cosa, se è amicizia Ci
allontaniamo, tenendoci per mano, ogni tanto apro gli occhi, la vedo davanti a
me, è bello, come quando ti risvegli a casa, sembra leggera, si lascia andare,
più di me, sicuramente non pensa quanto me. Che
poi anch’io non pensavo molto. Rifletto,
ma ora, da fuori, forse per rivivere qualcosa. Per ricordare. Mi
sento piccolo, vorrei starle più vicino di quanto non stiamo facendo, stare nel
suo maglione, nei suoi capelli. Finisce poi, perché tutto finisce. Fa
sorridere, sui banchi, sui muri, Alessia + Franco forever, per sempre,
sempre……sempre, non basterebbero forse 4000 anni, 343 mesi, 48 giorni e bel
po’ di minuti. Sempre. Dobbiamo salutarci, io faccio un inchino stupido, ma volutamente stupido, almeno. Lei dice che un giorno deve andare a ballare con me. La ringrazio per averlo detto, anche se da una parte era meglio se non lo avesse fatto. Perché alimentare le ILLUSIONI di un adolescente in cerca di un amore speciale. Di un film, forse. Sto bene, sono pensieroso poi, ma sto bene. I discorsi storti che mi passano vicino mi fanno sorridere. Domenica né riparlerò con un amico.
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